Protesi 100% invisibile
Tutti gli elementi della protesi
sono interni al corpo. Dall’esterno la protesi sarà del tutto invisibile.
Intervento di 20 minuti
L’intervento è rapido e mininvasivo,
senza nessun dolore post-operatorio.
Tempi di recupero brevi
Potrai uscire dopo 1 notte di degenza
e tornare ad avere rapporti sessuali
dopo sole 3 settimane.
LA PROTESI PENIENA TRICOMPONENTE
Invisibile e sicura, con meccanismo di attivazione manuale
- 100% invisibile
- Attivazione manuale
- Materiale di alta qualità
- Assicurata 5 anni
- Durata media 15 anni
Protesi peniena: cos’è
La protesi peniena tricomponente è una soluzione idraulica indicata per risolvere tutte le forme di disfunzione erettile organica che non rispondono ad altri tipi di cura, ma anche nei casi in cui i trattamenti farmacologici siano controindicati o abbiano causato importanti effetti collaterali.
L’affidabilità meccanica e le caratteristiche tecniche delle protesi moderne garantiscono ottimi risultati sotto il profilo estetico e funzionale.
Come funziona
La protesi peniena è formata da due cilindri gonfiabili che vengono inseriti nei corpi cavernosi del pene. Include un serbatoio, da inserire a livello dello spazio paravescicale, e una pompa che viene posizionata a livello dello scroto.
Il meccanismo di attivazione è manuale e si inserisce all’interno dello scroto, tra i due testicoli.
Una volta azionata, la protesi fa arrivare una soluzione fisiologica all’interno dei cilindri posti nei due corpi cavernosi che si gonfiano e si irrigidiscono. Il risultato è un’erezione di consistenza e aspetto identica a un’erezione naturale, con la stessa sensibilità di prima dell’intervento e la stessa capacità di eiaculazione e orgasmo.
Il tutto senza che la protesi sia visibile: gli elementi infatti sono all’interno del corpo.
Indicata per tutti i pazienti che soffrono di disfunzione erettile organica
Ovvero la disfunzione erettile causata da:
- Patologie metaboliche
- Tumore alla prostata
- Tumore alla vescica
- Patologie vascolari
- Ipertensione
L’INTERVENTO DI IMPIANTO DI PROTESI PENIENA
Bastano 20 minuti per restituirti
la tua vita
- Dura 20 minuti circa
- Mininvasivo (consiste in un’incisione sovrapubica di 2,5 cm)
- Anestesia loco-regionale
- 1 notte di degenza
- Nessun dolore post-operatorio
- Tempi di recupero molto brevi (potrai tornare ad avere rapporti sessuali dopo sole 3 settimane)
Un intervento mininvasivo e rivoluzionario
La tecnica impiegata per l’impianto della protesi peniena si chiama “Minimally invasive penile prosthesis implant” ed è stata inventata dal professor Paul Perito, uno dei più importanti chirurghi andrologi americani. Consiste in una semplice incisione sovrapubica alla base del pene di appena 2,5 cm.
L’intervento dura solo 20 minuti e il dolore post operatorio è quasi inesistente. Il rischio di infezioni è prossimo allo 0%.
Già dopo 7 giorni dall’intervento si può attivare il sistema. La ripresa dell’attività sessuale comincia a 1 mese di distanza.
Solo vantaggi!
- Nessun ematoma
- Infezioni prossime allo 0%
- Possibilità di impiantare meglio il serbatoio
- Scarso dolore post operatorio
- Rapida attivazione della protesi
- L’operazione evita che il pene si accorci (i pazienti che rimandano troppo a lungo l’intervento rischiano un notevole e irreversibile accorciamento del pene a causa dalla scarsa ossigenazione dei corpi cavernosi)
TESTIMONIANZE
Loro hanno già cambiato la propria vita.
Tu potresti essere il prossimo.
L’ACCOGLIENZA
Questo è un percorso che faremo insieme.
Non sarai mai solo: avrai supporto dall’inizio alla fine
Sappiamo bene quanto sia delicato questo percorso e per noi è importante che tu lo viva con serenità. Per questo ti seguiremo sia nella fase di preparazione dell’intervento sia durante il decorso post operatorio. Se vieni da fuori Roma, ti aiuteremo anche nell’organizzazione logistica (spostamenti, hotel ecc.).
Potrai conoscere anche i nostri ex pazienti
Oltre a uno psicoterapeuta, forniamo un sostegno reale con il contributo di altri ex pazienti che hanno già affrontato la tua stessa situazione: ti racconteranno la loro esperienza, ti mostreranno il risultato dell’impianto protesico e risponderanno a tutte le tue domande.
Faremo questo percorso insieme, dall’inizio alla fine.
E anche oltre.
IL TEAM
I medici che ti accompagneranno in questo viaggio
CAPO ÉQUIPE
Prof. Gabriele Antonini
MEDICO CHIRURGO SPECIALISTA
IN UROLOGIA E ANDROLOGIA
Da più di 10 anni il prof. Antonini è l’urologo che impianta con successo il maggior numero di protesi peniene idrauliche in Italia.
È il primo e unico in Europa ad applicare la tecnica mininvasiva di impianto di protesi peniena messa a punto dal collega americano, il dott. Paul Perito, con il quale ha una collaborazione continua negli Stati Uniti d’America.
È il primo e unico medico autorizzato a svolgere e insegnare l’impianto di protesi al pene a Cuba, dove ha creato un centro di medicina sessuale di riferimento per tutto il Sud America.
È membro del board Internazionale che include i 20 maggiori esperti mondiali nell’implantologia protesica peniena.
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Dott. Sergio Minucci
MEDICO CHIRURGO SPECIALISTA IN RADIOLOGIA DIAGNOSTICA E INTERVENTISTICA
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FAQ
Domande? Prima leggi qui.
La procedura con tecnica chirurgica mininvasiva con accesso sovrapubico dura circa 20 minuti.
I punti applicati devono essere rimossi da 7 a 10 giorni dopo la procedura. In quel momento ti verranno date le istruzioni successive. Non appena sarai in grado di usare il dispositivo senza fastidi potrai riprendere l’attività sessuale.
La protesi normalmente dura 15 anni, in media, ma si registra una durata fino a 18-20 anni. La protesi include una garanzia di 5 anni per la sostituzione.
La sensibilità rimane invariata. Avrai le stesse sensazioni che avevi prima della procedura, il che significa che avrai anche un orgasmo normale.
Dipende dalle condizioni generali del paziente. È consigliabile comunque una notte di pernottamento.
La preferenza è sull’anestesia spinale dal momento che quest’ultima permette un sollievo prolungato dal dolore una volta terminata la procedura. È anche molto sicura e facile da eseguire per l’anestesista. Tuttavia, questa procedura può anche essere eseguita in anestesia totale o epidurale. La decisione è lasciata all’anestesista e al paziente.
Il corpo non rigetta il dispositivo a meno che non sia infetto. Il rischio di infezione è all’1%. Se infettato, l’intero dispositivo deve essere rimosso, il paziente dovrà assumere antibiotici e il dispositivo sarà sostituito con un altro impianto rigido temporaneo.
La circoncisione non è necessaria. Non consigliamo la circoncisione, anzi la scoraggiamo. Bisogna fare solo ciò che è strettamente necessario e indicato. Meno è meglio, nel caso di interventi al pene.
Gli impianti rigidi hanno raggiunto la massima diffusione negli anni ’70 prima dell’introduzione di dispositivi gonfiabili. Rimangono l’impianto preferito dagli urologi che eseguono un numero molto limitato di protesi all’anno.
Le protesi semi-rigide presentano diversi inconvenienti che non riguardano invece le protesi gonfiabili. Gli impianti semi-rigidi possono dare luogo a erezioni meno che ottimali, e il pene tende a ruotare. Tali impianti inoltre comportano un pene difficilmente flaccido che può essere problematico da nascondere. Poiché il dispositivo non è flessibile come una pompa gonfiabile, è necessario un taglio più ampio sul pene per inserirlo, e con esso la possibilità di emorragie, ematomi, infezioni, e l’area di intorpidimento è maggiore.
Il dolore e il disagio provocati dall’intervento sono molto più pronunciati con un dispositivo rigido che con uno gonfiabile. Il dolore dura molto più a lungo, da 4 a 6 settimane dopo la procedura.
Infine, le protesi rigide hanno più probabilità di estrudere attraverso la pelle diversi anni più tardi, dal momento che sono sempre dure e pertanto esercitano una pressione costante sul glande. Col tempo, la carne del glande oltre la punta del dispositivo diventa più sottile e perde sensibilità.
Il prof. Antonini preferisce riservare l’utilizzo di questo dispositivo a pazienti che non sono in grado di azionare la pompa (per via di grave artrite o disturbi neurologici) o a chi si sottopone a revisione in caso di infezione, per fungere da stent temporaneo allo scopo di mantenere la lunghezza e circonferenza del pene.
Un pene con un impianto gonfiabile ha un aspetto e una sensibilità normali, mentre un pene con una protesi peniena rigida ha un aspetto e una sensibilità anormali.
In generale sarai in grado di svolgere qualunque attività fisica senza alcuna limitazione di sorta. Ovviamente si consigliano alcune precauzioni come con qualsiasi altra procedura. Se pratichi ciclismo dovrai sostituire il sedile della bicicletta con uno più ampio con un incavo nel mezzo. Il nuoto non costituisce alcun problema.
Erezione, orgasmo ed eiaculazione sono tre funzioni indipendenti. Gli uomini che sono impotenti per cause vascolari continuano ad avere orgasmo ed eiaculazione a pene flaccido. Pertanto, il recupero dell’erezione con la protesi in tali individui permetterà ai suddetti pazienti di continuare ad avere orgasmo ed eiaculazione. Alcuni pazienti sono diventati padri grazie alla protesi.
I pazienti che soffrono di DE in seguito a prostatectomia radicale o radioterapia perdono la capacità di avere erezione ed eiaculazione. In quel caso i pazienti avranno erezione ed orgasmo ma non eiaculazione.
Molti dei nostri pazienti si sono sottoposti allo sfintere e alla protesi peniena allo stesso tempo, ma l’esperienza con queste procedure simultanee ci ha insegnato che è preferibile eseguire la protesi peniena per prima, seguita dallo sfintere.
Gli uomini diabetici in cura presso di noi hanno meno infezioni dei non diabetici. La ragione di questo fatto è sconosciuta. Una spiegazione è forse che i diabetici hanno un flusso sanguigno ridotto al pene, dunque sanguinano meno durante un intervento. Una raccolta di sangue nella cavità dello scroto aumenta il rischio di infezione e questo è più improbabile in pazienti con circolazione compromessa.
La sostituzione in mani esperte è molto più facile e comporta un disagio molto minore. Spetterà al chirurgo capire se il dispositivo è malfunzionante o rotto.
Dovrai tornare dopo 4 a 8 settimane dalla procedura per imparare come attivare il dispositivo. Per prima cosa ti verrà insegnato come sgonfiare il dispositivo. Una volta che ci sarai riuscito, imparerai a gonfiare il dispositivo. Non è insolito per i pazienti avere bisogno di diverse visite prima di imparare ad usarlo.
Una volta rimossi i punti, ti saranno consegnati un DVD e una brochure sull’utilizzo del dispositivo. Dovrai guardare il video e la brochure prima della visita successiva. Non cercare di imparare a usare il dispositivo da solo: è meglio prima consultarti con il medico. La tua partner è sempre benvenuta.
Non è richiesta alcuna manutenzione.
No. Il dispositivo può essere usato in qualunque momento e non esiste un massimo o minimo di utilizzi.
La dimensione dell’erezione con l’impianto è quella del pene flaccido preso per il glande e stirato più possibile. Un pene con un impianto non sarà mai piccolo/corto o molle quanto un pene senza impianto.
Dopo una prostatectomia radicale, un uomo potrà avere un orgasmo senza eiaculazione. Il liquido che normalmente fuoriesce dal pene durante l’orgasmo è prodotto nella prostata e nelle vescicole seminali, organi che sono completamente rimossi durante la prostatectomia radicale. Inoltre, una vasectomia viene praticata durante la prostatectomia in modo tale che non ci siano perdite di sperma all’interno del corpo.
Infezioni, erosione della protesi attraverso la cute, uretra e intestino tenue, colon, o lesioni alle arterie o alle vene degli arti inferiori, forti dolori passeggeri nella zona chirurgica e problemi meccanici dell’impianto.
Un’altra conseguenza dell’impianto è una perdita della rimanente capacità erettile spontanea. I pazienti che hanno erezioni spontanee funzionali devono essere a conoscenza di questo fatto.
Altri rischi di carattere generale inerenti a qualsiasi tipo di intervento chirurgico, come una cattiva reazione all’anestesia, polmonite – se la procedura viene eseguita in anestesia generale – flebite o altri pericoli derivanti da problemi di cuore preesistenti sono altre potenziali complicanze.
Inoltre, si può presentare la necessità di un ulteriore intervento chirurgico in caso di complicazione o insoddisfazione dopo l’impianto iniziale.
Le infezioni sono molto rare, ma nel caso in cui dovessero insorgere dopo l’inserimento della protesi il paziente dovrà essere ricoverato in ospedale e il dispositivo rimosso completamente.
Una procedura di recupero con reinserimento simultaneo e immediato di un altro dispositivo, parallelamente alla rimozione del dispositivo infetto, può essere possibile o meno. Questa operazione viene eseguita al fine di evitare il restringimento e la cicatrizzazione del pene, che si verifica in seguito a infezione della protesi peniena.
Se non si riesce a identificare il tipo di batteri che causano l’infezione, il paziente avrà bisogno di 2-3 settimane di antibiotici per via intravenosa. Se non si reinserisce immediatamente un altro dispositivo, un secondo impianto può essere collocato in futuro. Tuttavia, oltre ad avere come conseguenza un pene molto più corto, l’intervento è molto più difficile e ci sono rischi più alti di insoddisfazione del paziente.